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L'architettura, nella sua evoluzione storica, è stata guidata da principi e teorie che si sono tramandati e trasformati nel tempo. Tra le figure di maggiore rilievo troviamo Le Corbusier (1887-1965), uno dei principali esponenti del Movimento Moderno, il cui pensiero architettonico, pur innovativo, mantiene evidenti legami con la tradizione classica, in particolare con Vitruvio, Leon Battista Alberti e altri teorici dell'architettura.
![]() Vitruvio e Le Corbusier: ordine e funzionalità Vitruvio, autore del 'De Architectura' (I secolo a.C.), definì tre principi fondamentali per l'architettura: firmitas (solidità), utilitas (funzionalità) e venustas (bellezza). Questi concetti trovano una rielaborazione nel pensiero di Le Corbusier, il quale enfatizzò l'idea che un edificio dovesse essere un 'macchina per abitare'. La funzionalità, valore essenziale per Vitruvio, viene reinterpretata in chiave moderna nella Carta di Atene (1933), dove Le Corbusier propone la divisione dello spazio urbano in zone dedicate all'abitare, al lavoro, al tempo libero e alla circolazione, anticipando il concetto vitruviano di distribuzione razionale degli spazi. Inoltre, Le Corbusier abbracciava il concetto di modularità applicato non solo alla struttura degli edifici ma anche alla progettazione urbana. Questa visione si collega direttamente ai principi vitruviani di proporzione e armonia tra le parti, che garantiscono non solo stabilità, ma anche una fruizione ottimale dello spazio. Un esempio evidente è il piano urbanistico per Chandigarh, in India, che segue una distribuzione funzionale simile a quella descritta nei testi classici. Un altro punto di contatto è l'approccio metodico alla progettazione, con un focus sulla standardizzazione. Vitruvio descriveva tecniche costruttive ripetibili, mentre Le Corbusier sviluppò modelli di abitazione standardizzati per risolvere il problema dell'urbanizzazione moderna. ![]() Proporzione e modulor: un'eredità vitruviana Vitruvio era profondamente influenzato dalla proporzione e dall'armonia tra le parti, ispirandosi al corpo umano come modello ideale per l'architettura. Questo principio fu ripreso da Leon Battista Alberti nel Rinascimento e successivamente da Le Corbusier nel suo 'Modulor', un sistema di proporzioni basato sulla sezione aurea e sulle misure del corpo umano. Proprio come Vitruvio descriveva il rapporto tra misura e armonia, Le Corbusier cercò di applicare un canone universale per garantire estetica e funzionalità agli edifici moderni. Il Modulor, oltre a essere una teoria, fu applicato concretamente nei progetti di Le Corbusier, tra cui l'Unité d’Habitation di Marsiglia. Questo edificio segue il principio secondo cui la scala umana è la base su cui costruire ambienti abitativi armonici, rispettando la relazione tra corpo e spazio. Un concetto che, seppur modernizzato, rimane fedele all'impostazione classica dell'architettura vitruviana. Inoltre, il Modulor influenzò altri settori del design e dell'urbanistica, diventando un riferimento per la progettazione di arredi e spazi pubblici a misura d'uomo. Questo rafforza il legame tra la teoria classica delle proporzioni e la modernità. ![]() Razionalismo e classicismo: un dialogo continuo Il razionalismo architettonico promosso da Le Corbusier si collega alla tradizione vitruviana anche per l'importanza attribuita alla geometria e all'ordine. Vitruvio considerava il tempio come l'espressione perfetta dell'architettura per la sua simmetria e proporzione, mentre Le Corbusier, pur innovando con l'uso del cemento armato e delle linee essenziali, mantenne una forte attenzione alla purezza geometrica, visibile nelle sue Ville (come Villa Savoye) e nei suoi progetti urbanistici. Un altro elemento di continuità tra i due è l'attenzione alla luce. Vitruvio suggeriva che l'orientamento degli edifici dovesse tenere conto della luce naturale, e Le Corbusier elevò questo principio a elemento cardine della sua architettura, come nel progetto della Cappella di Ronchamp, dove la luce entra in modo studiato per valorizzare lo spazio interno. L'uso della tecnologia, sebbene diverso nei materiali, risponde a principi analoghi. Vitruvio discuteva delle innovazioni nei materiali da costruzione, mentre Le Corbusier sperimentò con il cemento armato per creare spazi aperti e strutture autoportanti. ![]() Dal Rinascimento al Movimento Moderno: continuità e rottura Oltre a Vitruvio, il pensiero di Le Corbusier trova riscontri nelle teorie rinascimentali di Alberti, il quale affermava che la bellezza derivasse da una corretta distribuzione degli elementi architettonici secondo un sistema proporzionale. Similmente, la sua visione è vicina a quella di Eugène Viollet-le-Duc, che sottolineava la funzione strutturale come principio estetico, anticipando il funzionalismo moderno. Anche il concetto di città ideale, proposto da Alberti e da autori come Filarete, trova una risonanza nelle idee di Le Corbusier. La Ville Radieuse, concepita come un sistema ordinato e funzionale per il vivere moderno, rispecchia l'idea di una città regolata da principi geometrici e proporzionali. Tuttavia, mentre Alberti e gli umanisti si basavano su un modello prevalentemente estetico e teorico, Le Corbusier integrava la tecnologia e i nuovi materiali per realizzare visioni urbanistiche innovative. Infine, l'eredità dell'architettura classica nell'opera di Le Corbusier si riflette anche nella sua ricerca della sintesi tra natura e artificio. In progetti come il convento di La Tourette, la struttura moderna si inserisce nel paesaggio con un'attenzione simile a quella che Vitruvio attribuiva alla scelta del sito per gli edifici pubblici. In conclusione, l'opera di Le Corbusier, pur essendo emblema della modernità, non rompe completamente con la tradizione, ma piuttosto la reinterpreta alla luce delle nuove esigenze dell'abitare. La sua architettura continua un dialogo iniziato con Vitruvio e sviluppato attraverso i secoli, dimostrando come i grandi principi architettonici abbiano una validità atemporale. ![]() |
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